La mia prozia, Maria Leatita Riccio, nacque il 3 marzo 1892, a Napoli. Poiché l’educazione liceale che ricevevano le donne non era adatta per laurearsi, frequentò un liceo da privatista che le permise di laurearsi in lettere e in giurisprudenza. La sua tesi di laurea, pubblicata dalla facoltà di giurisprudenza nel 1923, era sull’evoluzione della politica annonaria a Napoli dal 1503 al 1806.
Aprì il congresso delle donne giuriste a Sorrento e nel 1929 partecipò alla fondazione della Fédération Internationale des femmes magistrats et avocats.

Nel 1928 a Parigi era stata ideata da cinque giuriste (Poska Gruntal, estone, Clare Campoamor, spagnola, Margarethe Berendt, tedesca, Agathe Dyvrande Thèvenin e Marcelle Kraemer Bach, francesi) la Fédération Internationale des Femmes Magistrats et Avocats, che si costituiva nel 1929 aggiungendosi alle prime, le giuriste Antoinette Quinche, avvocata a Losanna, Wanda Grabinska magistrata a Varsavia, Lili Selig Koplevitz, magistrata a Berlino, Marcelle Renson, avvocata a Bruxelles, Elisa Guimaraes, avvocata a Lisbona, Ella Negruzzi, avvocata a Bucarest, Elsie Bowermann, avvocata a Londra, Marianne Beth, avvocata a Vienna, Maria Letizia Riccio, avvocata a Napoli. Queste fondatrici della Federazione Internazionale costituirono a loro volta nel proprio paese le associazioni nazionali delle giuriste. Vennero costituite le Sezione di Roma, Milano e Napoli. La sezione napoletana nacque l’11 giugno 1930 nel salone del Circolo della Stampa. Le collaboratrici per aprire la sezione furono molte; Margherita Ferrari Origo, Libera Carelli, Zina Aita, Angela Carugati, Teresa Di Lauro, Anna Dinella, Iole Zambonini Guidi, Lida Capucci, Margherita di Marsiconuovo, Bianca Tamajo, Livia Acton di Cellammare, Anna Caracciolo di Villa, Ida Crimeni, Maria Del Colle, Giulia e Nora Filangieri di candida, Nives Filiasi, la Preside Nicoletta Guerra, Silvia Restaino, Elena Romano, Lidia Somma e Bice Torelli.
L’A.G.I., con il nome di Federazione Italiana Donne Giuriste, fu fondata nel 1930 proprio da Maria Letizia.
La Federazione Italiana Donne Giuriste fu la prima ad essere fondata e fu tra le più attive.
La prozia illustrava con queste parole, nel 1933, i suoi scopi:
«La Federazione Italiana Donne Giuriste riunisce le laureate in legge, in scienze politiche e sociali ed in scienze economiche e commerciali, con l’intento fondamentale di far convergere il loro interesse, scientifico e pratico, verso quegli argomenti e quelle istituzioni che principalmente dalle donne possono venire intesi ed amati; contribuisce a diffondere la conoscenza degli istituti giuridici negli ambienti femminili; stringe vincoli di amicizia fra donne, fino a poco tempo fa ignote le une alle altre; sorregge le giovani nei primi passi della vita professionale »
Per queste sue parole ottenne l’appoggio del Ministro di Grazia e giustizia Pietro De Francisci e il riconoscimento di Mussolini. Le giuriste della Federazione Internazionale in occasione del Consiglio del 1934, organizzato a Napoli dalla Federazione Italiana, furono ricevute dal Duce, ma Maria Letizia non cedette, resisté e rifiutò sempre che la Federazione fosse inglobata dal movimento nazionale femminile del partito fascista, mantenendola libera e privata. La condizione della donna durante il fascismo, moderna ma non emancipata, si può comprendere bene a questo link di rai cultura.
La donna fascista era soprattutto una madre
Mi ha colpito questo video dell’Istituto Luce in cui si vedono le donne acclamare il duce
La mia prozia si batté contro “l’assurdo provvedimento del 1933 che limitava l’assunzione delle donne nelle pubbliche amministrazioni e stabiliva la loro esclusione dall’elettorato, richiedendo fermamente anche nel Consiglio Internazionale del 1934 una patria potestà come potestà congiunta dei genitori sui figli, contro l’esclusione delle donne dalla funzione giurisdizionale e per l’inserimento delle donne giuriste nelle commissioni di riforma dei codici.” (dal sito A.G.I.) La Federazione Italiana Donne Giuriste, quindi, continuò la sua lotta per la parità femminile attraverso il diritto anche dopo la caduta del regime fascista e durante gli eventi che seguirono. Maria Letizia Riccio, in Italia, si può dire che fondò per la seconda volta la Federazione Italiana dopo i grandi cambiamenti politici del dopoguerra. Nell’immediato dopoguerra la mia prozia venne invitata a partecipare alla ripresa delle attività giuridiche femminili e ad intervenire al 1° Congresso di questo nuovo periodo, a Versailles nel 1948.


In questa foto la mia prozia si trova al Congresso delle donne magistrate e avvocate, affianco a Giovanni Porzio, un importante politico e avvocato italiano.
Uno dei più grandi successi della mia prozia fu il viaggio negli Stati Uniti, dal luglio all’ottobre 1952. Fu ospite del governo americano e fu contesa dalle massime esponenti della Federazione Nazionale degli Stati Uniti. Le giunsero vari inviti da Chicago, New York, Baltimora e da Maryland.
Le altre donne giuriste la ricordano come un animo altruista sempre pronto a donare agli altri in nome dei suoi ideali di cultura, patria ed elevazione della donna nella storia e nella civiltà di oggi.

di Sabrina Purcaro, 3 E, a.s. 2020-2021