Simona Iaquinto, mia zia paterna, é nata nella città di Napoli, il 26 febbraio dell’ anno 1979. Prima di trasferirsi in Spagna, più precisamente a Barcellona, viveva insieme alla sua famiglia: suo padre(mio nonno) Vincenzo Iaquinto, sua madre ( mia nonna) Silvana Puopolo e suo fratello minore (mio padre) Fabio Iaquinto. Abitavano nel centro storico di Napoli, in Via Duomo. Mi ha raccontato che in quel periodo Napoli non era una città molto visitata dai turisti, infatti le strade non erano mai affollate e c’era sempre un clima tranquillo ( tranne che per le macchine e le ambulanze che invece facevano un grande rumore).
Ha frequentato il liceo classico Antonio Genovesi e subito dopo si è iscritta alla facoltà di architettura della Federico II di Napoli. Poco dopo aver terminato gli studi, nel 2005, decise di partire.
Mia zia racconta che all’inizio doveva stare a Barcellona solo per qualche mese ma poi si è innamorata di quella città e del lavoro che svolgeva come architetto lì e quindi decise di rimanerci a vivere definitivamente. In seguito si è sposata e ha formato una famiglia a Barcellona. Il viaggio per andare in Spagna è stato molto tranquillo però quando è salita sull’aereo ha sentito un po’ di malinconia dato che era consapevole del fatto che non avrebbe potuto vedere per un po’ la sua amata Napoli. Non era però per nulla spaventata dal viaggio che stava per intraprendere anche perché non era sola; con lei c’erano due suoi amici: Antonio Riccio, un suo grandissimo amico con cui tutt’ora è in contatto, e poi una sua amica Silvia, una ragazza che aveva conosciuto all’università e con cui aveva legato tanto nell’arco degli anni.
Dopo un viaggio non molto lungo ,di solo 2 ore, arrivarono a Barcellona e la prima cosa di cui si rese conto fu che tutti erano molto gentili e cortesi con lei. Si diressero verso la casa che avevano preso in affitto. Questa casa mi dice che era abbastanza piccola e si trovava vicino la strada “Passeig de Gracia”, una strada lunghissima piena di negozi di tutti i tipi.
La casa che avevano affittato era molto pulita e ordinata ma lei e suoi amici vollero dare una sistemata e apportare qualche modifica spostando dei mobili. C’erano tre camere da letto non molto grandi. La casa era molto colorata e accogliente con un salone subito all’entrata e la cucina non troppo grande. In più c’era un tavolo per pranzare ma loro lo utilizzavano anche per lavorare al computer nel pomeriggio o la sera (dato che la mattina lavoravano fuori casa, in studio).
Mia zia Simona ha trovato in un album di ricordi, questo scatto del 2005 realizzato dall’amico Antonio, che la ritrae proprio mentre era impegnata nelle pulizie e nel riordino della casa. I primi giorni a Barcellona furono un po’ difficili perché sentiva molto la mancanza della sua famiglia, della sua città dei suoi amici ecc. Però non durò molto perché non era da sola. Inoltre conosceva alla perfezione la lingua visto che aveva studiato spagnolo e ottenuto il diploma in lingua spagnola.
Nei primi tempi trovò lavoro per ristrutturare appartamenti ma poi le fu proposto un lavoro, nel 2006, che lei ritiene il più importante e che le ha regalato una soddisfazione immensa: partecipare alla costruzione dell’ospedale “San Pau”, dove poi successivamente sono nati anche i suoi figli, Giulia e Luca.
L’ambiente di lavoro era accogliente e i colleghi erano sempre molto carini e gentili con lei. Mia zia racconta che quando ha lavorato per costruire l’ospedale di San Pau ebbe un trattamento economico abbastanza alto e che a fine costruzione era molto soddisfatta del duro lavoro svolto.
Questo scatto dovrebbe essere del 2007 circa ed è sempre opera del suo amico Antonio: mia zia è in primo piano, sorridente, mentre lavora nel cantiere dell’ospedale. Sullo sfondo una collega. I lavori per questa importante costruzione erano iniziati nel 2000 e terminarono nel 2010.
Dopo una lunga giornata di lavoro tornavano a casa, lei e i suoi due amici, con la metropolitana e appena arrivavano si facevano due chiacchiere sul divano fra di loro. Lei dice che costruire questo ospedale é stato incredibile e che é stata una grandissima soddisfazione personale vedere l’ospedale completo a fine lavoro.
In questo scatto di quegli anni (2006-2007) zia Simona e l’amica Silvia sono state ritratte mentre conversavano nella metropolitana di Barcellona, al ritorno a casa dopo una giornata di lavoro. Oltre che in cantiere, lavoravano presso lo studio di progettazione ospedaliera di nome Pinearch.
Qui zia Simona è stata fotografata nello studio di architettura, in un momento di pausa.
Per ritornare a casa utilizzavano la metropolitana che però ci mettevano molto tempo e dovevano aspettare molte fermate; impiegavano almeno 30 minuti. Però quello era il momento preferito di mia zia perché era il momento in cui si sedeva a parlare con i suoi amici e potevano finalmente chiacchierare di qualcosa che non fosse il lavoro.
Verso sera, arrivavano a casa un po’ stanchi e si mettevano per una mezz’ora al computer per dare una sistemata al lavoro svolto in giornata .Lei, Silvia e Antonio, trascorrevano il tempo al computer a riepilogare tutto il lavoro svolto, aiutandosi tra di loro. Anche se lavoravano, erano belle serate in compagnia e poi dopo cena, si sistemavano sul divano a chiacchierare e farsi due risate. Lei mi dice che le serate, nonostante fossero passate al computer a lavorare, erano sempre molto belle dato che era in compagnia dei suoi compagni di casa. La sera non le dispiaceva stare per un po’ al computer e poi, dopo cena, si ritrovavano sul divano a parlare fra di loro e a farsi due risate.
In questo scatto, zia Simona e Antonio lavorano al computer, a casa.
Il fine settimana era sempre il momento più bello perché andava in giro a conoscere la città e a scoprire nuove pietanze: la cucina di Barcellona è molto diversa dalla nostra. Si mangiano la paella, la paradeta, tabas ecc. Barcellona è una città caotica, ma splende della sua bellezza. Poi almeno un fine settimana al mese venivano a trovarla i suoi genitori ed era sempre un bel momento.
Mia zia oggi vive a Barcellona insieme a suo marito, Dani Rivera, sua figlia, Giulia Rivera, e suo figlio Luca Rivera. Lei e la sua famiglia, da sempre, ci vengono a trovare nel periodo di natale e durante l’estate, noi invece andiamo a Barcellona verso fine febbraio oppure a maggio. Nonostante tutto, in famiglia (compresi i nonni) siamo davvero molto legati e anche se siamo distanti continueremo a volerci sempre un gran bene! Eccoci tutti insieme in una foto recente.