Vi presento mia nonna, si chiama Emma Esposito. È nata nel 1939. Ha quasi 81 anni, ma non li dimostra affatto. Per me lei è una persona da imitare, una persona che è riuscita a farsi valere nella vita. Una donna che nonostante le difficoltà, i dolori (non ultimo la morte di mio nonno qualche anno fa) è riuscita sempre a rialzarsi. Mia nonna è la prima di tre figli. Ha sempre avuto un gran senso di responsabilità, per cui si è sempre occupata anche dei suoi fratelli, in particolare del loro studio. La vita a quel tempo non era semplice, ma lei ha sempre cercato di aiutare la sua famiglia come poteva. Nel ‘65 si sposò con mio nonno Riccardo, un giovane avvocato emigrato a diciotto anni con la sua famiglia dalla Sicilia per studiare all’università di Napoli. Mia nonna mi racconta sempre, con quella nostalgia che è tipica degli anziani, di come l’aveva conosciuto grazie a un’amica comune: il loro primo incontro tra studenti universitari pieni di entusiasmo.
I miei nonni furono i primi a laurearsi nelle loro rispettive famiglie, e questo fu per loro motivo di grande orgoglio: laurearsi tra mille difficoltà economiche e sociali. Durante i primi anni di matrimonio la loro vita non fu semplice anche perché mia nonna insegnava quasi sempre fuori Napoli e, non avendo inizialmente la macchina, era costretta a prendere la ″corriera″. A quell’epoca spostarsi non era tanto semplice e potevano volerci ore per raggiungere un posto fuori Napoli.
Comunque lei lo ha fatto sempre con il sorriso sulle labbra. Infatti dice sempre che uno dei giorni più tristi della sua vita è stato quando è andata in pensione. Ma anche in quel momento non si è persa d’animo e ha cominciato tutta una serie di attività personali tra cui il volontariato in ospedale, a cui ancora oggi all’età di 80 anni non rinuncerebbe mai. Prima della morte di mio nonno andavamo spesso la domenica a pranzo da loro. Ogni volta era una festa per me. Appena entrati in casa salutavo i miei nonni e correvo subito in camera di mio padre. Lì infatti c’era una cesta piena di vecchi giochi di mio padre e mio zio. E poi c’era il cassetto dello studio di mio nonno pieno di penne, blocchi, matite…Per non parlare delle leccornie che si potevano trovare in giro per la casa; cioccolatini e caramelle di tutti i tipi nascosti nei recipienti chiusi disseminati nella casa dall’ingresso alla cucina. La nonna li comprava sempre sapendo del nostro arrivo. Sembrava che quasi si divertisse a nasconderli per farceli trovare.
Non ho mai sentito mia nonna lamentarsi o sbuffare nel trattare con noi nipoti. Quando non ci doveva dare da mangiare, trovava sempre il tempo di stare con noi, finiva le faccende in fretta e poi veniva a giocare. Da quando è morto mio nonno, è più frequente che venga lei a casa nostra. E’ sempre bello quando viene a trovarci perché con lei non ci si annoia mai!
Mia nonna, è una narratrice di storie formidabile. Storie vere e autentiche, le sue, che attraverso la sua fantasia acquistano una dimensione magica, si trasformano in fantastiche avventure che noi nipoti ascoltiamo come le più appassionanti delle storie.
Recentemente abbiamo aperto insieme l’album dei ricordi. Mi piace ascoltare i racconti sulla mia famiglia, sulle difficoltà vissute dai miei nonni durante la seconda guerra mondiale. Le loro paure, le loro ansie, i loro sogni e la loro capacità di rimboccarsi le maniche mi arricchiscono sempre. Ho selezionato qui di seguito alcune foto che rappresentano nonna Emma.
In questa prima foto è ritratta mia nonna all’età di 4 anni durante il battesimo dei suoi fratelli. Sembra leggere un libro. È sempre stata una grande lettrice sin da piccola!
In questa foto è ritratta mia nonna, la prima ragazza in alto a destra, insieme alle sue compagne di classe.
Si tratta di una foto di fine anno scolastico scattata nel 1956. All’epoca mia nonna frequentava un istituto femminile di suore di Materdei.
Mi colpisce molto l’abbigliamento di quel tempo. Le ragazze indossavano una gonna nera oltre il ginocchio e una camicia bianca con una cravatta. Si trattava della divisa della scuola. Mia nonna mi racconta sempre che le difficoltà economiche e sociali dei primi anni del dopoguerra condizionarono non poco la vita dei ragazzi. Ma appena la vita riacquistò un po’ di normalità, la scuola tornò a essere al centro della vita dei giovani. Dall’immagine si evince un entusiasmo nei volti delle ragazze e sembra avvertirsi già il desiderio di emancipazione femminile.
Questa è una delle foto che mia nonna conserva con maggiore orgoglio.
È ritratta con le sue alunne durante il suo primo anno di insegnamento. All’epoca infatti le scuole erano suddivise in maschili e femminili. Successivamente con la riforma del ‘62 vennero aumentate in Italia le classi miste maschili e femminili che progressivamente sostituirono le classi composte esclusivamente da elementi del medesimo sesso.
Nello sguardo di mia nonna si evince un profondo entusiasmo per il suo lavoro che ha conservato per tutta la sua carriera scolastica.
In questa foto mia nonna è ritratta durante un viaggio in Sicilia, per andare a visitare i luoghi dell’infanzia di mio nonno.
Si trattava di uno dei suoi primi viaggi fuori Napoli. Mi colpisce moltissimo il look differente rispetto alle prime foto. Durante gli anni 60 il clima austero del dopoguerra venne finalmente abbandonato. E’ il periodo della rinascita anche femminile, della costruzione dell’identità personale e sociale della donna anche attraverso l’abbigliamento, oltre nelle lotte politiche.
Questa è una delle foto che amo di più di mia nonna. Mi colpiscono molto la dolcezza del suo sorriso e quell’entusiasmo per la vita che la caratterizzano. Mi piacerebbe tanto essere grintosa come lei.
Anche nel look si avverte quel desiderio di emancipazione femminile rispetto agli stereotipi della bellezza con capelli lunghi e voluminosi degli anni 60. E’ il tempo della donna androgina con un taglio maschile, del cosiddetto stile “Audrey Hepburn”.
Questa è una foto dei miei nonni scattata durante una crociera in Grecia nei primi anni 80. E’ un periodo di benessere economico in Italia. Mia nonna mi racconta sempre di aver trascorso “una bella vita” con mio nonno, di aver visitato tanti luoghi come desiderava e come mai avrebbe immaginato.
Questa foto è stata scattata qualche mese fa, precisamente nel mese di ottobre 2019.
E’ il giorno degli 80 anni di mia nonna. In questa foto appare raggiante, circondata dai noi nipoti che lei definisce “la sua ragione di vita”.