Mia nonna, persa e ritrovata, di Mattia Adinolfi

Mia nonna Anna è nata l’11 marzo 1950. Aveva due fratelli e una sorella; prima di lei nacque un’ altra bambina che portava lo stesso suo nome ma purtroppo morì dopo pochi mesi dalla sua nascita. Nacque in un piccolo paesino del Molise ed era figlia di contadini e allevatori.

Quando la nonna terminò le elementari, i suoi genitori vendettero le loro terre e il loro bestiame e si trasferirono a Latina, provincia del Lazio, per garantire un futuro migliore alla famiglia. Di lì mia nonna continuò le scuole fino alle magistrali. Le piaceva molto studiare ma non ha potuto proseguire con l’università in quanto conobbe mio nonno, Nicola, che era di Napoli ed aveva una profumeria e si fidanzò con lui. Dopo essersi sposati decisero di trasferirsi a Napoli per lavorare insieme e costruire una famiglia.

Questa foto è datata 5 giugno 1971 e ritrae la nonna in sella ad una Vespa, una delle prime volte in cui si cimentava con la guida.

In questa foto del 30 maggio 1973, il nonno e la nonna erano a Venezia, durante il viaggio di nozze: guardano sorridenti verso l’obiettivo mentre il prozio Pietro scatta la foto

Mia nonna aveva un carattere molto forte e deciso. Lei gestiva un po’ tutto in casa , manteneva l’ordine e si prendeva cura della sua famiglia

In questo bello scatto del 9 maggio 1976, nonna Anna è a destra e alle sue spalle c’è la sorella Luisa. Si trovavano a Colle dell’Orso, una famosa località montana del Molise. La nonna era già madre di mio zio.

Infatti nel 1974, nacque il suo primo figlio e insieme a mio nonno decise di chiamarlo Tiziano. Poi in seguito, nel 1981, nacque mia madre. Nonostante fosse molto impegnata nella sua vita quotidiana, aveva diversi hobby tra cui il taglio e cucito, il ricamo e seguiva corsi di ceramica e di decoupage.

Ho fotografato alcuni dei suoi lavori che conserviamo a casa.

Mia nonna non ha viaggiato molto; trascorreva le sue vacanze nel suo paese di origine, ma il viaggio che le è rimasto più nel cuore è stato quello in Grecia ovvero l’unico fatto con mia madre. Purtroppo però quando tornò in Italia scopri di avere un brutto male che pian piano la portò alla morte: aveva 56 anni.

Non ho mai conosciuto mia nonna perché mia madre, all’ epoca della sua morte, aveva solamente 25 anni, ma comunque penso che  sarebbe molto fiera di me, perché, a detta dei miei parenti materni, le somiglio molto caratterialmente: nel mio essere testardo, pignolo, determinato, curioso, creativo e sensibile.

IL MIO BISNONNO: UN UOMO DAVVERO SPECIALE, di Alessandro Amabile, III M

I miei bisnonni materni si chiamavano Lorenzo e Giacinta, si sono conosciuti a Bari, si sono innamorati e poi si sono sposati. Hanno avuto 3 figli maschi: Antonio, Domenico e Nicola, quest’ultimo è il papà della mia mamma.

Mia mamma, che ha il nome di sua nonna Giacinta, mi racconta che il mio bisnonno, che si chiamava Lorenzo, all’inizio era fascista, come molti a quell’epoca.

Durante il regime fascista fu istituita l’Opera Nazionale Balilla per “l’assistenza e per l’educazione fisica e morale della gioventù”. Lo scopo di questa organizzazione era infondere nei giovani il sentimento della disciplina e dell’educazione militare renderli consapevoli della loro italianità.

Col tempo il mio bisnonno diventò antifascista perché non condivideva le idee del regime; tanto che una volta, poiché si era ribellato insieme a numerosi amici è stato messo in carcere per qualche giorno. Mia mamma adorava suo nonno e per lei era un punto di riferimento fortissimo; quando poteva, stava sempre insieme al nonno che le raccontava tante storie e spesso passeggiavano insieme.

Mi racconta che una domenica uscì con il nonno e andarono a fare una lunga passeggiata in collina, il nonno le fece una sorpresa molto gradita perché le organizzò un pic-nic solo per lei. Inoltre mia madre viaggiava spesso con i suoi genitori e i suoi nonni.

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In questa foto c’è mia mamma a 10 anni con il nonno a Rosamarina che è un villaggio turistico vicino a Ostuni (6,5×9,26)

Il mio bisnonno era molto generoso ed aveva una mente matematica ed un fiuto per gli affari, aveva un mobilificio. Diede lavoro ai suoi amici che non se la passavano tanto bene.

Un particolare che mamma mi racconta è che il nonno aveva cominciato ad impegnarsi negli studi per non fare una brutta figura con le ragazze di classe che erano tutte molto diligenti e studiose. Diventò ragioniere e i suoi genitori furono molto contenti.

I miei bisnonni spesso viaggiavano, sono andati a Venezia, Milano, Firenze, Roma.

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Questi sono i miei due bisnonni sul vaporetto a Venezia nel 1964 10,55×10,95

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Questi invece sono i miei nonni con mia mamma a Venezia, piazza San Marco 1972 11×13

Il mio bisnonno amava molto il calcio. La sua squadra preferita era il Napoli. Tra le tante cose, ha insegnato a mia madre a seguire le partite di calcio. Infatti, qualche volta, andavano allo stadio insieme. Ma la mia mamma mi racconta che vedeva con lui anche Carosello e i film.

Mia mamma dice che il mio bisnonno non è mancato mai ad un suo compleanno, in questa foto infatti c’è mia mamma che spegne le candeline dei suoi 5 anni con il nonno la nonna e la sua mamma.

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Qui c’è mia madre che festeggia i suoi 5 anni con tutti i suoi cugini i suoi nonni e la sua mamma. 13×9 cm

I viaggi nella mia famiglia, di Marina Giuliano, III D

Il viaggio apre la mente. Ti fa conoscere il mondo, la storia, la cultura e le origini di ciò che hai intorno. Ed è la tradizione più bella che ci possa essere nella storia della mia famiglia.

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La bisnonna materna Ernestina Gennarelli, Venezia 1949

In questa foto, la mia bisnonna Ernestina si trova a Venezia, per visitare la città con la sorella Franca, per il suo compleanno. È quasi primavera, indossa un elegante cappotto nero, e posa come una regina a piazza San Marco circondata dai colombi. Mia madre mi ha raccontato di quanto fosse aggraziata, una donna di cultura molto forte e curiosa. Questa foto è conservata in un album della famiglia da parte di mia madre, la quale mi ha raccontato che sua nonna era insegnante di italiano all’istituto tecnico Serra a Napoli, dove poi insegnò anche sua figlia, mia nonna.

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La nonna materna Marina Pandolfi, Thailandia, maggio 1990

La donna al centro in prima fila è la mia nonna materna, Marina, insegnante di Ragioneria presso l’istituto tecnico Serra, in vacanza per 15 giorni con i suoi colleghi, in Thailandia. Purtroppo mia madre non ha molte foto di mia nonna, ma ha ritrovato questa foto in un cassetto dove sono conservate molte foto di famiglia. Non so molto di lei, perché non l’ho mai conosciuta, essendo morta quando mia madre era molto giovane ma,da quello che mi ha raccontato, era una donna molto coraggiosa, amava la vita e fare nuove esperienze infatti è stata proprio lei a trasmettere a mia madre l’amore per i viaggi che, a sua volta, mia madre  ha  passato  a  me. Purtroppo mia madre non ha molte foto di mia nonna, ma ha ritrovato questa foto in un cassetto dove sono conservate molte foto di famiglia.

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Mia mamma in California (Usa), maggio 1971, figura intera in primo piano, in campo lungo

Questa è mia mamma Barbara che, a due anni, ha vissuto per un anno in America, perché mi ha raccontato che mio nonno paterno, per motivi di lavoro, si è trasferito assieme a mia nonna, mia mamma e mia zia. Mio nonno, infatti, era un dipendente della 3M, un’azienda americana di grafica e fotografia, oggi fondazione con un importante archivio fotografico. Questa foto è conservata in un album dove sono tenute tutte le foto del periodo in cui ha vissuto in America.

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Mamma e nonno Luciano Tango, Albama 1971, campo medio

Quando mio nonno aveva la domenica libera, di solito, andava a fare lunghe passeggiate al parco con la famiglia  come  in  questa  foto,  con  mia  mamma. Anche lui non l’ho mai conosciuto, ma mia madre mi ha raccontato che quando era giovane, i miei nonni si separarono, e lui andò a vivere lontano.

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Mamma, zia Rossana, nonna Marina, Baia Domizia, settembre 1977

Questa foto è stata scattata nella villa della mia bisnonna, a Viale dei tulipani, Baia Domizia. Indossiamo tutte i jeans a zampa di elefante che andavano di moda allora e che adesso stanno tornando ad essere apprezzati dai giovani.

Mia mamma mia nonna e mia zia, passavano lì l’estate, la mattina al mare, il pomeriggio facendo lunghe passeggiate in bicicletta, e la sera organizzavano grandi feste in giardino.

Mia mamma ha passato tutta la sua infanzia e parte della sua adolescenza lì, durante l’estate. Ancora oggi, io passo le vacanze a Baia Domizia, purtroppo non in quella stessa casa, bensì in un appartamento in un parco nelle vicinanze. Quando io e mia madre facciamo qualche passeggiata in bicicletta, passiamo anche per Viale dei Tulipani, e mia madre si ferma a guardare quella villa, immersa dai ricordi.

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Mamma e papà durante un viaggio nei Castelli della Loira, Francia, agosto 2000

Il primo viaggio che fecero insieme i miei genitori, quando erano fidanzati, fu in Francia, per 21 giorni. In particolare, in questa foto ai castelli della Loira è stata la loro ultima tappa. I miei genitori mi hanno raccontato che viaggiarono in aereo da Napoli a Parigi, poi noleggiarono una macchina e attraversarono la Normandia, Bretagna e infine, appunto, i Castelli della Loira. Questa foto è conservata in un album con tutte le foto dei loro viaggi e delle loro vacanze.

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Mamma e papà a Playa del Carmen, Messico ottobre 2002

In questa foto, mia mamma e mio padre si trovano a Playa del Carmen, in Messico in viaggio di nozze. Mi hanno raccontato che alloggiarono in un hotel a cinque stelle dove hanno passato una settimana visitando le piramidi Maya e lo splendido mare messicano. Questa foto è conservata in un album insieme a tutte le altre foto del loro matrimonio e del viaggio di nozze.

Lo ricordano ancora come uno dei viaggi più bello della loro vita.

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Io e mamma, Cirella, Calabria agosto 2006

In questa foto  mi trovo  a Cirella,  una cittadina  di  Scalea  assieme a mia  madre.  Mi ha raccontato che eravamo andati a visitare il mio prozio Rodolfo, affittando una casa per quindici giorni nel parco dove abitava. Lì passavamo le giornate al mare o al parco e la sera si organizzavano grandi feste nel giardino della sua villa. Questa foto l’ho trovata in un album insieme a tante altre foto di me da piccola.

Disperso, di Simone Polverino, III E

Il mio bisnonno materno, Vittorio Rigo, nacque nel 1904 a Torre del Greco, una città sul mare che ha inevitabilmente accresciuto la sua passione per la navigazione trasmessagli già da suo padre, Giuseppe, e da sua madre, Marialuisa. Al primo compleanno ricevette da suo zio Alberto una barchetta di legno, costruita per lui da un artigiano locale. Quel regalo fu per lui una gioia immensa e un’inequivocabile premonizione per il suo futuro. Sin da piccolo trascorreva con i suoi amici i pomeriggi al porto, giocando tra le piccole imbarcazioni ancorate. Un gioco molto semplice che però non ha fatto altro che alimentare il suo sogno. Questo video propone immagini storiche della cittadina e del suo porto.

Verso i 9 anni si trasferì con la sua famiglia a Napoli, quartiere Vomero, dove seguì gli studi presso i Salesiani fino ai 18 anni.

Dopo il diploma decise di intraprendere la vita marittima cominciando così la sua carriera militare. Il suo primo capitano fu un comandante di Genova, famoso per la sua rigidità e grande rigore.Quest’uomo intuì subito che in Vittorio c’era molta passione e decise di testarla affidandogli lavori più umili come pulire la stiva, pelare le patate, lavare le divise… Ma questo non lo scoraggiò, anzi ne temprò ulteriormente il carattere e la passione per questo lavoro. Appena compiuti 20 anni, salì sulla sua prima imbarcazione .

Vittorio Rigo a bordo di un mercantile, 1924 ca., 7×9 cm

Questa foto, in cui Vittorio è ritratto a figura intera con lo sguardo che guarda lontano, fu scattata, molto probabilmente, da un suo compagno che lo ritrasse in un momento di riposo su uno dei tanti mercantili con cui salpò.

Negli stessi anni, in un momento di fermo nave, conobbe la sua futura moglie Rosaria. Il loro rapporto fu caratterizzata da un intenso amore, ma anche molto tumultuoso poiché Rosaria voleva che lui lasciasse il mare per cercare un posto fisso che lo tenesse sempre accanto a lei. Questo, ovviamente, non accadde mai e nonostante ciò la moglie lo seguì comunque in tutte le sue trasferte. All’età di 28 anni divenne padre: nacque il suo primogenito, mio nonno Giuseppe, che da lui ereditò la profonda passione per il mare. Il secondo figlio non tardò ad arrivare; infatti nel 1933 nacque Marcello e nel 1937 arrivò la tanto attesa figlia femmina, Marisa.

Durante il 1938 verrà trasferito per qualche anno, insieme alla sua famiglia, a Venezia dove trascorse anni molto belli in una città ricca di cultura e di benessere. Il momento preferito della famiglia era la domenica poiché erano tutti liberi dagli impegni. Le domeniche si svolgevano tutte con un’organizzazione ben precisa: andare a messa e successivamente andare in un bar per un caffè ed una pasta a piazza San Marco dove fu scattata questa foto.

Vittorio e Rosaria con i figli Giuseppe, Marcello e Marisa, fine anni trenta, Venezia, 7×9 cm

La famiglia fu ritratta da un amico di Vittorio, durante una delle sue passeggiate domenicali: in primo piano ci sono i due figli maschi, Giuseppe e Marcello, leggermente arretrati Vittorio, con Marisa in braccio e Rosaria poco distante; sullo sfondo, in campo medio, una delle piazze veneziane con il passeggio domenicale.

Terminata la trasferta veneziana ritornarono a Napoli, nell’amato quartiere Vomero dove venne scattata la foto che segue, da Rosaria, sulla Collina di San Martino, uno dei luoghi più panoramici e suggestivi del Vomero. L’occasione fu una passeggiata per festeggiare il compleanno di zio Marcello. Vittorio e i figli sono ritratti a figura intera, tutti con lo sguardo rivolto nella macchina, appoggiati alla balaustra del piazzale panoramico.

Vittorio con i figli Giuseppe, Marcello e Marisa, Napoli, 7×9 cm

Nel 1941 arrivò la conferma di una notizia che era nell’aria: il suo reclutamento nella marina militare, impegnata in guerra.

Prima di partire lasciò ai suoi ragazzi una foto scatta nel ’40 con una dedica in cui prometteva un ritorno certo e vicino.

Questo purtroppo non avvenne, perché nel 1941, il suo mercantile, di cui era diventato capitano, fu colpito nelle acque di Tripoli. Nonostante il colpo subito, lui non abbandonò la nave che andò a picco ed il suo corpo non fu mai ritrovato. Come ho scoperto consultando questo sito, nell’aprile del 1941 ci fu un attacco a Tripoli da parte delle forze inglesi, voluto dallo stesso Churchill che, preoccupato dall’avanzare dei tedeschi, ordinava di colpire con tutti i mezzi il traffico marittimo tra l’Italia e la Libia, di minare, bloccare e bombardare il porto di Tripoli. Nel testo ci sono anche foto di navi colpite, in fiamme come accadde anche a quella di Vittorio.

Quando la tragica notizia arrivò a casa , la mia bisnonna Rosaria, in un impeto di dolore e di rabbia stracciò quella foto con la dedica di Vittorio che prometteva il suo ritorno.

Ancora oggi in famiglia, conserviamo gelosamente questo frammento.

Vittorio, Napoli 1940

III F – La raccolta di Aldo Petrucelli

Il mio racconto di famiglia: Il mio bisnonno Giovanni Calò