Una storia ArDUA, di Enrica Pierro, III A

Per molti, quella della Seconda Guerra Mondiale è solo una storia studiata sui libri che, nonostante tuttora influenzi la nostra mentalità, è considerata molto lontana dalla nostra epoca. Io, però, mi sento fortunata da questo punto di vista: il mio bisnonno Pasquale Nigro ha vissuto personalmente quest’esperienza, il cui racconto mi è stato tramandato da sua figlia, ovvero la mia nonna paterna, Livia. È lei infatti che mi ha fornito queste foto, che conservava nel cassetto del comò della sua camera da letto.

Nato nel 1912, Pasquale divenne medico a venticinque anni, nel 1937. Durante la guerra fu richiamato in qualità di medico dell’aeronautica militare. Questa carica lo portò, nel febbraio del 1940, a partire insieme alla moglie Rosa Nigro (che era anche sua cugina) per l’Africa.

Nelle foto, in bianco e nero, sono raffigurati i due coniugi sul piroscafo Po, che li avrebbe portati, dopo un viaggio di nove giorni (dal 9 al 17 febbraio), in Libia.

 

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I miei bisnonni sulla nave Po, 16 febbraio 1940. Scattate da Cuccaro (amico e collega di Pasquale). 13 cm x 8 cm

 

Questa è una foto a campo medio, a figura intera, completamente a fuoco. In primo piano ci sono l’uomo, che si trova in piedi al centro della foto, e la moglie, alla sua sinistra, seduta sulla balaustra. Sono entrambi in piena luce e sono sul ponte, tutti e due sorridenti. Sullo sfondo si intravedono parte della nave e il mare.

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I miei bisnonni sulla nave Po, 16 febbraio 1940. Scattate da Cuccaro (amico e collega di Pasquale). 11 cm x 7,7 cm

Anche questa foto è a campo medio e a figura intera, ma stavolta solo il primo piano, dove si collocano Rosa e Pasquale, è a fuoco. La moglie, sorridente e seduta a gambe incrociate, si trova a sinistra, mentre il marito, in piedi e più serioso, è a destra. Questa volta, sullo sfondo possiamo notare alcuni pali, una rete e il mare.

Tornando al nostro racconto, il 17 febbraio del 1940 sbarcarono, come già accennato, in Libia. Da qui arrivarono ad Adua (in Etiopia) dove, dopo alcuni mesi, precisamente il 19 dicembre, nacque mia nonna, Livia. Circa un mese dopo si trasferirono nuovamente, insieme alla figlia, ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia. Ecco le foto della casa, scattate nel 1941, anch’esse in bianco e nero.

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La mia bisnonna Rosa sotto al porticato della casa, 10 gennaio 1940. Autore sconosciuto. 7,3 cm x 10,3 cm

La foto, a campo lungo e a figura intera, è interamente a fuoco. Rosa si trova in piena luce, è leggermente spostata a sinistra dal centro della foto e rivolge lo sguardo in un’altra direzione rispetto all’obbiettivo. Alla sua destra è presente una donna di colore, probabilmente ospite dei miei bisnonni. Qui Rosa si trova sotto un angolo del porticato della casa, di cui si vede una parte in secondo piano.

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La casa di Addis Abeba, 10 gennaio 1940. Autore sconosciuto. 9 cm x 8,5 cm

Quest’altra foto è sempre a campo lungo, più o meno a fuoco. Raffigura la casa da lontano, che è immersa nella natura. L’ambientazione è molto suggestiva e rimanda a scenari tipici del continente africano, sia per la tipologia di abitazione che per la vegetazione circostante.

I miei bisnonni restarono per un po’ in questa città: infatti è qui che nacque il loro secondo figlio, Giovanni, nel 1942. Purtroppo, dopo alcuni mesi, con la vittoria inglese sul territorio africano, molti militari italiani che si trovavano lì vennero arrestati. Tra questi vi era anche Pasquale, che fu imprigionato per un anno in India. Durante questo triste periodo, Rosa fu rimpatriata a Barletta, dove vivevano i suoi genitori. Per arrivarci dovette però circumnavigare l’Africa, non potendo attraversare il canale di Suez: impiegò ben cinque mesi per compiere questo viaggio. Per fortuna, nel 1943, il mio bisnonno fu liberato, e tornò da sua moglie. All’inizio del ’45 la famiglia si trasferì a  Roma siccome Pasquale aveva ricevuto un’offerta di lavoro nella capitale. Qui, dopo qualche mese, nacque la terza ed ultima figlia: Luciana. Dopo tre anni, a causa di una malattia, Rosa fu operata. Quindi i tre figli furono nuovamente mandati a Barletta dai nonni (i miei trisavoli), mentre i due restarono a Roma in ospedale. Dopo la guarigione di Rosa, i due coniugi raggiunsero i figli, e nel 1951 si trasferirono finalmente a Napoli. Da qui, sin dalle medie, mia nonna Livia non si è più spostata.

Il nonno e la passione per le moto, di Rebecca Russo, I M

Mio Nonno si chiamava Giuseppe, mia nonna si chiama Imma.

Prima di conoscere mia nonna, nonno Giuseppe era un bravo motociclista.

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Nonno Giuseppe ad una gara motociclistica – 10×15 cm – Sorrento 1953 – Trovata nell’album che conserva mia nonna

Nonno Giuseppe quando partecipava alle gare motociclistiche vinceva molto spesso coppe e medaglie, a volte i giornali parlavano di lui come di un giovane e bravo motociclista.

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Nonno Giuseppe insieme a suo cugino Salvatore dopo aver vinto una coppa – 10×15 cm – Sorrento 1953 – Trovata nell’album che conserva mia nonna

Il 2 luglio 1961 i miei nonni si sono sposati alla Chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli. Dopo il matrimonio i festeggiamenti si svolsero nel chiostro della Chiesa. Al matrimonio era presente anche la mia trisavola chiamata “Nonna Ricciulella”, nella foto che segue, affettuosamente al braccio del figlio, tra i due sposi. Colpisce la sua immagine che trasmetta semplicità e tenerezza.

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Matrimonio dei miei nonni 10×15 cm – 2 luglio 1961 –Trovata nella cantina di mia nonna

Il viaggio di nozze durò due settimane e cominciò subito dopo il matrimonio. Le tappe che gli sposi toccarono furono: Roma, Firenze, Venezia e la Costa Azzurra.

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Partenza per il viaggio di nozze, 15×10 cm – luglio 1961 – Trovata nella cantina di mia nonna

Da sposati, mio nonno si dedicò al lavoro di imprenditore di un’azienda di prodotti alimentari. Mia nonna si dedicò alla famiglia e ai suoi tre figli. Mio nonno morì il 26 dicembre 2007, all’età di 75 anni.

Mia nonna ha lasciato la casa dove ha abitato da sposata ed è venuta ad abitare vicino ai figli per aiutarli e continua a dedicarsi alla famiglia e ai suoi sei nipoti e sfoglia con piacere il suo album dei ricordi per raccontarci la storia del nonno e la sua passione per le moto.

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Mio nonno ad una gara motociclistica-15×10-Sorrento 1953-Trovata nell’album di mia nonna

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Mio nonno ad una gara motociclistica-15×10-Sorrento 1953-Trovata nell’album di mia nonna

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Mio nonno ad una gara motociclistica-15×10-Sorrento 1953-Trovata nell’album di mia nonna

Nelle foto mio nonno è orgoglioso di essere ripreso in tuta, casco, con la sua moto.

Nonno Antonio e nonna Emma: una storia d’amore lunga 50 anni, di Sofia Fedele, I M

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Festa di compleanno di nonna Emma, stampa da foto digitale, ritrovata nell’album dei ricordi di mia nonna formato 18×13 cm

Il 7 febbraio 2019 mia nonna Emma ha compiuto 87 anni. In questa foto è ritratta con i suoi 4 figli: Luigi, Lina, Angela e mio padre Massimo. In quella occasione è stata felice di raccontarmi la storia del suo matrimonio!

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I nonni il giorno del matrimonio, foto ritrovata nell’album dei ricordi di mia nonna, gelatina ai sali d’argento, formato 18×13 cm

Il nonno Antonio e la nonna Emma si sono sposati il 7 aprile 1957 a Napoli. In questa foto sono ritratti davanti alla macchina che li ha portati dalla chiesa al locale del ricevimento.

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La sposa, foto ritrovata nell’album dei ricordi della nonna formato 18×13

Il vestito della nonna era  ricco di veli e volant, secondo  la moda di quei tempi. La nonna era una sarta (il link rinvia a una mostra di fotografie che ritraggono sarte italiane negli anni cinquanta soprattutto, proprio il periodo in cui lavorava mia nonna). Ma non siamo ancora nel boom economico e mia nonna aveva ricevuto in prestito il suo vestito da un’amica che lavorava insieme a lei nella sartoria. Anche per l’acconciatura era stata aiutata dalle amiche: racconta che il velo non era stato fissato bene e quindi si muoveva continuamente.

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Gli sposi in chiesa, foto ritrovata nell’album dei ricordi della nonna formato 19×13

Il nonno non vedeva l’ora di sposare la nonna: per paura che il matrimonio venisse rimandato aveva nascosto a tutti di avere la febbre alta. Se si guarda bene la foto si riescono a vedere le sue occhiaie!

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La firma del testimone, foto trovata nell’album dei ricordi della nonna formato 13×19

In questa foto c’è lo zio Alfonso, il loro testimone di nozze. È importantissimo nel seguito della storia.

Questa foto cattura il momento in cui si firmano i documenti. La nonna racconta che zio Alfonso e suo fratello Mario erano molto confusionari e pasticcioni. In famiglia dicono che Mario era un po’ distratto per il trauma subito durante la guerra, quando da soldato italiano era stato deportato in Russia (il link rinvia a un articolo sul web dedicato a una vicenda dura di deportati in Unione Sovietica in un gulag). Le mani serrate della nonna e il suo sguardo fanno pensare che fosse un po’ in apprensione.

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La distribuzione dei confetti, foto ritrovata nell’album dei ricordi della nonna formato 19×13

Durante il ricevimento, che è stato un semplice buffet, e non un pranzo come si usa oggi, gli sposi dovevano cambiarsi d’abito per partire per il viaggio di nozze. In questa foto i nonni stanno distribuendo semplici confetti agli invitati. La nonna ricorda di aver cucito lei stessa  il suo cappotto di velluto, che era di un bel colore giallo.

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I nonni in viaggio di nozze, a piazza Esedra a Roma, foto ritrovata nell’album dei ricordi della nonna formato 19×13

I nonni sono stati in viaggio di nozze a Roma e a Firenze e hanno viaggiato in treno. Non è stato facile però arrivarci! Gli zii Alfonso e Mario infatti, preoccupati delle condizioni di salute del nonno Antonio, hanno dimenticato di scendere dal treno prima della partenza e così sono arrivati fino a Roma con gli sposi; hanno fatto preoccupare tutta la famiglia, anche perché la loro macchina era stata ritrovata aperta davanti alla stazione. Tutti pensavano che fossero stati rapiti. Poiché non c’erano i cellulari, hanno potuto telefonare a casa solo una volta arrivati a Roma!

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Il bacio, foto ritrovata nell’album dei ricordi della nonna formato 19×13

Questi sono i miei nonni Emma ed Antonio. Hanno alle spalle il bellissimo mare di Napoli! E’ bellissimo il loro bacio e forse un po’ insolita una foto che li ritrae all’epoca in atteggiamento così intimo. Sono stati sposati per più di cinquanta anni!

Fidanzarsi, di Sandra Ventura e Letizia Cortini

Anche questo è un articolo realizzato insieme a Sandra Ventura, cognata della sottoscritta… in calce troverete il link al testo integrale sul blog http://www.didatticaluceinsabina.com, un progetto di public history, promosso nel reatino dall’Archivio di Stato di Rieti e da Luce per la didattica, che coinvolge davvero una gran bella comunità! Buona lettura e buona esplorazione del sito.

Didattica Luce in Sabina

M.T. De Gregori, Scandriglia, 1957. Acquisizione digitale da stampa alla gelatina ai sali d'argento, 7 x 10,5 cm. M.T. De Gregori, Scandriglia, 1957. Acquisizione digitale da stampa alla gelatina ai sali d’argento, 7 x 10,5 cm.

Ecco un ritratto a mezzo busto di una ragazza di 19 anni nel 1957. E’ uscita di casa pettinata, con gli abiti da passeggio, con il suo fidanzato. Sa che le farà delle fotografie con la sua nuova piccola macchina. Lei posa in un vicolo del paese, tra i muri in pietra, le scale di sasso. Non è ancora arrivato il cemento.

Tre sorelle, Scandriglia, 1957. Acquisizione digitale da stampa positiva ai sali dargento, 7 x 10,5 cm. Tre sorelle, Scandriglia, 1957. Acquisizione digitale da stampa positiva ai sali d’argento, 7 x 10,5 cm.

La giovane posa con due sorelle. Sono orfane di madre, e Maria Teresa è la maggiore. Il suo fidanzato le ritrae tutte e tre vicino alla casa paterna in paese, pettinate, vestite per il passeggio.

Nando, Scandriglia, 1957. Acquisizione digitale da stampa positiva alla gelatina ai sali d argento, 7 x 10,5 cm. Nando, Scandriglia, 1957. Acquisizione digitale da stampa positiva alla gelatina ai sali d’argento, 7 x 10,5 cm.

Anche i…

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III F – I viaggi dei miei genitori, di Fabiana Cangiano

Sin da quando mio padre era piccolo, i miei nonni, Silvio Cangiano e Giuseppina Silva, hanno sempre considerato viaggiare un fattore importantissimo. Sono andati in giro per il mondo con i loro 4 figli, mia zia Imma, la sorella Germana, mio padre Giuseppe e l’ultima figlia, Marina. Hanno visitato l’America, la Spagna, la Francia, ma anche tanti luoghi in Italia come l’isola D’Elba, Capri e molti altri posti, ma sfortunatamente non sono riuscita a trovare foto che ritraevano questi viaggi.

Però ne ho trovate alcune che ritraggono i miei genitori in svariate parti del mondo, soprattutto in vacanze estive, e viaggio di nozze.

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In questa foto sono ritratti mio padre Giuseppe, sulla destra e un amico dei miei genitori, Eduardo Celentano, sulla sinistra. Erano in Croazia nel lontano 1995. Mio padre mi ha raccontato che è stata una vacanza fantastica, piena di divertimento.

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In quest’altra foto ci sono mio padre sulla sinistra, e mamma sulla destra, sopra una baleniera norvegese di nome Thor. Si trovavano in Corsica nel 1996. Mia madre mi ha raccontato che si sono divertiti tantissimo, erano spensierati e giovani e dice che fu una fantastica esperienza subacquea.

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Qui invece erano in Sardegna nel 1998, un anno prima del loro matrimonio. Entrambi hanno ricordi offuscati, quindi ho pensato che non fu una bellissima vacanza.

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Qui nel 1999, l’anno del matrimonio, infatti erano in viaggio di nozze, in Jamaica, sopra un boa-boa. Hanno un ricordo di questa vacanza fantastico, un grande contrasto tra ricchezza e povertà. Bellissimi villaggi, enormi e sfarzosi che si contrastavano con una realtà esterna povera e degradata.

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E questa è l’ultima foto. Quello al centro è mio fratello Silvio a soli 2 anni. Erano a Santorini, in Grecia il 23 agosto 2003. Mio fratello ricorda poco di quella vacanza ma una cosa gli è rimasta impressa, il vento. Dice che lì c’era un vento pauroso ma tutto sommato si è divertito.

Anche quando sono nata io, nel 2004, i miei genitori hanno continuato a coltivare questa passione per i viaggi, infatti siamo stati 2 volte in Croazia, la prima volta a Hvar e la seconda a Dubrovnik, poi siamo stati in Spagna, a Barcellona e a Minorca. Poi la Grecia, Parga e Kefalonia, in Francia, a Parigi e altri posti d’Italia.

Sono grata ai miei genitori per aver coltivato questa passione che porterò avanti e tramanderò ai miei figli.

III F – La raccolta di Aldo Petrucelli

Il mio racconto di famiglia: Il mio bisnonno Giovanni Calò

III M – La raccolta di Giulia Ligoto

Galleria

Questa galleria contiene 11 immagini.

Per la mia raccolta ho visionato un centinaio di fotografie per selezionarle meno di venti. Nella mia famiglia si conservano oltre 5000 fotografie soprattutto a stampa su carta. Nel mio cellulare ho circa 2000 immagini digitali. Quello che mi colpisce … Continua a leggere